Basilicata, test su lavoratori scuola: mancano medici e kit




Non ci sono solo i nodi trasporti e quelli legati all’edilizia scolastica. Non ci sono solo le incognite sul distanziamento e sulla didattica a distanza. L’avvio dell’anno scolastico in Basilicata rischia di dover fronteggiare un’altra complicata incognita: quella dei test sierologici al personale scolastico.

La piccola Basilicata era partita con anticipo rispetto ad altre regioni su questo fronte: non solo aveva richiesto per tempo alla Protezione civile nazionale i test da far eseguire a prof e personale tecnico - amministrativo. Ma aveva anche iniziato ad eseguirli dal 24 agosto scorso, quindi, con molto anticipo rispetto alla riapertura del 24 settembre. Tutto questo, però, non è stato sufficiente a mettere da parte problemi ed incertezze. Non è servito ad evitare che - a due settimane dal suono della campanella - a mancare siano i test ed i medici che devono eseguirli.

Già perché degli 11mila e 500 kit che sono stati richiesti dalla task force sull’emergenza coronavirus solo 8mila ne sono arrivati. Non certo pochissimi, dunque, ma neanche quelli sufficienti per affrontare una campagna a tappeto tra il personale della scuola. Così se da un lato i test sono iniziati con anticipo, dall’altro potrebbero fermarsi per mancanza di test. Certo, la Regione ha sollecitato l’invio dei test mancanti, ma sulla data di arrivo, al momento, non c’è certezza.

Carenze sugli strumenti, dunque, ma anche carenza rispetto ai medici che devono effettuare le prove. La Regione, infatti, aveva stretto un accordo con i medici di famiglia perché fossero loro, su base volontaria, a fare i test sierologici sui loro pazienti che lavorano nella scuola. Solo il 70 per cento dei medici di base, però, ha accettato di somministrare il sierologico. Il restante 30 per cento - per motivazioni varie (dalle dimensioni degli studi ai timori, in caso di positività, di contagiare altri pazienti) ha deciso di rifiutarsi. Certo, in questi casi, la soluzione sono le Usca, le Unità medico sanitarie che sul territorio si occupano di covid. Ma anche in questo caso non sono mancate le difficoltà: perché per effettuare il test gli addetti della scuola devono rivolgersi ad un numero verde che viene fornito dal Provveditorato alle singole scuole e prenotare il test. Il punto, però, è che non tutti gli insegnanti ad oggi sono riusciti a prenotare il test ed ad effettuarlo. Al 24 settembre, data d’inizio delle lezioni mancano ancora due settimane ma a questo punto è corsa contro il tempo sia per avere i test sia per somministrarli.

FONTE LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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